Speech given by Bernadette Ségol, ETUC General Secretary at CISL Congress

Rome, 14/06/2013

Check against delivery

Care amiche, cari amici, Caro Raffaele

Buongiorno a tutti,

Vi ringrazio per l'invito a prendere la parola al vostro Congresso. Cerchero di parlare in italiano.

Vi porgo i saluti calorosi e fraterni della Confederazione europea dei sindacati, di cui la CISL è da sempre un’organizzazione affiliata forte, leale e costruttiva. E questo sin dagli inizi, 40 anni fa.

Sono felice di ritrovare così tanti amici nella sala: vorrei menzionarne uno in particolare, Emilio Gabaglio, che ha ricoperto per 12 anni la ricarica di Segretario Generale della CES , come me oggi. Buongiorno Emilio.

Il mio primo messaggio è il seguente: siate sempre più forti. Oggi più che mai abbiamo bisogno di sindacati forti a livello nazionale per una confederazione sindacale europea forte, che possa in tal modo far fronte al difficile contesto attuale.
La vostra forza a livello nazionale è un elemento essenziale per la nostra forza a livello europeo.

Da quando la crisi è cominciata, la situazione in Europa è andata peggiorando, sebbene alcuni paesi siano stati colpiti più di altri. L'Italia è di certo tra quelli che sta pagando il prezzo più alto.

Le origini della crisi sono molteplici. Il capitalismo finanziario, basato sull’avidità si è frantumato nel 2008. Le banche sono state salvate, ad un enorme costo sociale. I paesi, a fronte di alti tassi di interesse, non riescono ad uscire dalla spirale del debito. Il tessuto industriale in molti stati si sta sgretolando, l’investimento è ai minimi storici.

Due cose sono comunque certe: primo che le persone che oggi pagano il prezzo della crisi non ne sono state la causa e, secondo, che le decisioni politiche ed economiche finora adottate sono sbagliate e ingiuste. Rispecchiano le aspirazioni neo-liberiste e coerentemente con esse colgono l’occasione offerta dalla crisi di sbarazzarsi una volta per tutte del nostro modello sociale. Si basano su teorie pseudo-scientifiche facilmente scardinabili. Teorie che si sono dimostrate infondate e che hanno palesemente fallito.

Voglio essere chiara. La CES è perfettamente consapevole che è necessario avere dei bilanci in ordine.
Noi però contestiamo con forza le politiche adottate per raggiungere tale obiettivo. Il risultato, infatti, è stato una crescita della disoccupazione, che ha raggiunto delle cifre inaccettabili - specialmente tra i giovani queste politiche hanno aggravato gli squilibri tra i ricchi e poveri, tra chi ha un lavoro e chi no, ma anche tra i paesi e talora tra le regioni di uno stesso paese.

Paesi come l'Italia, la Spagna, la Grecia, Cipro, l’Irlanda e il Portogallo sono oggi in recessione. Siamo intrappolati in un circolo vizioso recessivo, alimentato da alti tassi di interesse e da misure di austerità.

Le fondamenta sociali dell’Europa vengono via via erose fino ad un punto di rottura: si continua a smantellare i servizi pubblici e la protezione sociale. E non abbiamo visto nessuna iniziativa significativa a sostegno della crescita e dell’occupazione.

In tale contesto, abbiamo accolto con favore la decisione del Consiglio europeo del dicembre del 2012 che ha rimesso sul tavolo la questione dell'Europa sociale. Questo può essere vista come una risposta, anche se debole, alle nostre richieste.

Il Consiglio europeo tra un paio di settimane dovrebbe avanzare delle proposte in merito. Ma da quanto ne sappiamo, si otterrà molto poco se non addirittura niente.

Sappiamo bene che l’eurozona necessita di misure di convergenza che determineranno un impatto considerevole sulle condizioni di lavoro. Ma questo processo deve necessariamente condurre ad un esito sociale positivo per tutti i paesi europei. Ci opponiamo alla nazionalizzazione dei diritti sociali come alcuni stati membri vorrebbero.

Amici, amiche: le politiche attuali minacciano il nostro sistema sociale. Queste politiche devono cambiare. La priorità numero uno é quella di combattere la disoccupazione attraverso la moratoria delle politiche di austerità e l’adozione di un programma di investimento per la crescita e l'occupazione compreso tra l’uno e il due per cento del PIL europeo. Il piano per la crescita adottato nel giugno scorso non è stato ancora attuato. E NOI sappiamo che è la crescita ció di cui abbiamo urgentemente bisogno.

La settimana scorsa si è tenuta, con esito positivo, la nostra Conferenza di metà mandato a Dublino.

Le conclusioni sono state chiare. Per costruire l’Europa sociale c’è bisogno di posti di lavoro di qualità. È del resto questo anche il messaggio della manifestazione unitaria che organizzerete il 22 giugno.

I governi in sede del Consiglio non sono stati capaci di mostrare la retta via. La Commissione è stata esautorata del suo potere di iniziativa, mentre il Parlamento già non lo aveva.

Per questa ragione abbiamo deciso di provare a tracciare un nuovo Piano di rilancio europeo, che, partendo dalle specificità nazionali, definisca un quadro europeo basato sulla solidarietà. Non sarà un compito facile.

Saremo pragmatici. Il Piano verrà definito sulla base delle proposte degli affiliati, compresa la CISL. Valuteremo tutte le possibilità di finanziamento. Da quelle pubbliche a quelle private a quelle miste.

Amici,
Che dire dell'evasione fiscale e della frode?
Speriamo che la riunione del G8 della prossima settimana faccia un passo avanti rispetto al passato e si esprima una volta per tutte in maniera chiara contro questo scandalo insostenibile. Anche la City di Londra ha mostrato un certo imbarazzo a fronte della continua fuoriuscita di scomode rivelazioni.

Che dire inoltre della tassa sulle transazioni finanziarie che in linea di principio è stata accolta da 11 stati ma che è costantemente attaccata dalla peggiore società segreta tra tutte: quella del club delle banche centrali.

La CISL ha sempre mostrato molta attenzione e grande sostegno al dialogo sociale a livello europeo.
Il dialogo sociale europeo richiede un dialogo sociale nazionale forte. Distruggere o solamente indebolire le relazioni industriali a livello nazionale é contrario ai principi fondamentali dell'Unione Europea. Quello che è successo in Grecia é in netta opposizione con i diritti sanciti dall’ILO. In Romania e in Ungheria i diritti sindacali e il dialogo sociale stanno venendo spazzati via.

In tale contesto vorrei congratularmi con voi per aver recentemente siglato, insieme a CGIL e UIL, l'accordo sulla rappresentanza con Confindustria. Accordo che rafforza ulteriormente il ruolo delle parti sociali.

Tale accordo bilaterale dimostra che voi non siete solo attori responsabili ma anche propositivi, specie in un momento di crisi come quello attuale.

Amici,
Siamo perfettamente consapevoli che nell'ambito di un processo di convergenza di un’unione economica e monetaria i costi unitari del lavoro vengono confrontati da paese a paese e discussi in maniera dettagliata dai ministri delle finanze e del lavoro. E sappiamo benissimo che i salari sono elementi importanti dei costi unitari del lavoro. Questo é un tema estremamente sensibile. Rappresenta una linea di confine. Il sistema di definizione dei salari é fuori dalle competenze europee e da quelle dell’Europa economica e monetaria. L’autonomia delle parti sociali deve essere rispettata. La CES dice chiaramente NO a qualsiasi tipo di intervento sul sistema di relazioni industriali nazionali o di definizione dei salari.

La CES chiede che gli indicatori sociali quali il tasso di disoccupazione, il tasso di povertà, i livelli di istruzione e formazione, le pari opportunità uomo donna siano inclusi nel processo di governance economica.

Ed in questo senso la youth guarantee diventa una necessità imprescindibile e non più un’opzione. Gli indicatori sociali devono contare tanto quanto quelli economici e non devono essere utilizzati come delle scuse o come delle scelte occasionali. Se ad esempio la disoccupazione e la disuguaglianza aumentano, allora le politiche economiche devono necessariamente cambiare per risolvere il problema.

Ora consentitemi qualche parola sul dumping sociale e salariale. È presente quasi ovunque in Europa e pone le persone le une contro le altre. Fino a quando, l'Europa consentirà che vi sia dumping sociale essa sarà vista come un soggetto che si adopera contro gli interessi delle persone e non come un fattore di coesione sociale.

Amici, amiche: questa è l'ora della verità' per l’Europa. La CES ha sempre sostenuto questo progetto anzitutto perché questo modello di integrazione regionale non aveva come solo obiettivo l'integrazione economica, ma verteva anche al progresso sociale e alla piena occupazione. Ció è scritto nei Trattati.

Siamo tuttora convinti che l’Europa sia un progetto sul quale si debba continuare a credere. E’ senza dubbio meglio di una rinazionalizzazione delle nostre economie che certo non ci porterebbe ad avere una maggiore e migliore occupazione. Al contrario, ci porterebbe a competere l'uno contro l'altro in modo anche peggiore.

Il vostro paese, l’Italia, non è disconnesso dal contesto generale. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro e dipendiamo l’uno dall’altro. L’Italia da sempre sostiene il progetto europeo, perché ha compreso prima di altri l’enorme potenziale che potremmo raggiungere avvicinando i nostri modelli, territori e talenti.

Dobbiamo continuare a batterci per un’Europa migliore e non contro l’Europa, portando la nostra visione di progresso capace di determinare un cambio di scelte e di rotta.

Un anno fa abbiamo presentato il nostro contratto sociale per l’Europa. Le nostre proposte sono tuttora sul tavolo. Ci sono state delle reazioni incoraggianti, ma occorre che i politici passino all’azione.

Avanzeremo le nostre richieste nel corso della campagna elettorale per eleggere il nuovo Parlamento europeo. Speriamo e contiamo che i sindacati italiani si uniscano alle nostre richieste, in modo forte ed unitario. Dobbiamo assicurarci che la rabbia della gente, seppure comprensibile, non porti a votare per movimenti populisti di destra.

Noi ci stiamo battendo per influenzare la direzione futura dell'Europa, perché sia di aiuto ai lavoratori e cittadini. Le prossime settimane sono decisive per tutti. Vi chiedo di intervenire con fermezza e di promuovere le richieste della CES per l’Europa sociale.

Sono lieta di potervi annunciare oggi che incontreremo il vostro Presidente del Consiglio il 27 di giugno e gli presenteremo le nostre istanze comuni.

Vorrei congratularmi con Raffaele Bonanni e con tutta la segreteria per il lavoro eccellente svolto sinora. Sono convinta che Raffaele e la sua equipe continueranno a svolgere un ruolo fondamentale negli anni a venire. Occorre lavorare insieme per un'Europa sociale più forte.

Auguro alla CISL tutto il meglio. Vi ringrazio per la partecipazione attiva e costruttiva mostrata sinora. Ispirandomi al titolo del vostro congresso “un sindacato nuovo per un'Italia nuova” aggiungo “e per un’Europa nuova”.

Credo fermamente nella nostra forza. Credo fermamente nel nostro futuro comune.

Tanti auguri di buon lavoro.

Published on 10.07.2013
Speech